Gli Stati Generali della Rete trapiantologica

Lo scorso 10 e 11 novembre si sono tenuti gli “Stati Generali della Rete trapiantologica”, un appuntamento dedicato a tutti i medici, infermieri e operatori sanitari della rete. Giunti quest’anno alla seconda edizione, gli Stati Generali sono stati un momento di condivisione e confronto tra gli attori della Rete; il filo conduttore degli interventi è stata l’attività di donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule nella sua complessità, dal livello nazionale a quello regionale.
L’innovazione e la ricerca nel mondo dei trapianti sono stati i primi argomenti affrontati nel corso della prima giornata di lavori. Il direttore del Centro Nazionale Trapianti (CNT), salutando i 450 partecipanti, ha anche sottolineato che “la prima mission della Rete è fare più trapianti possibili di ottima qualità”, sottolineando che gli elementi fondanti della Rete trapiantologica sono “la solidarietà, la libertà e la gratuità del dono” senza il quale non ci sarebbero i trapianti. Parlando poi dell’organizzazione del sistema, Nanni Costa ha ribadito come “la Rete sia simile ad una piramide rovesciata e il CNT è il vero supporto per tutti gli operatori, una Rete che appartiene a tutti e di cui tutti sono chiamati a far parte attivamente”.
Una Rete che continua a migliorarsi e a spingersi, in continuità con la storia della trapiantologia, verso nuove frontiere scientifiche e gestionali.
Interessante, in questo senso, è stata la relazione di Sergio Vesconi – coordinamento Regionale Lombardia - che ha raccontato l’esperienza della Regione Lombardia sul programma di donazione a cuore fermo: “è una bella sfida culturale e organizzativa che abbiamo accolto sin dall’inizio. Nella nostra esperienza si può e si deve lavorare sulle rianimazioni, sugli ospedali e sull’opinione pubblica”. Una sfida che è ormai una realtà non solo in Lombardia; anche il Piemonte, l’Emilia Romagna e la Toscana hanno cominciato ad identificare donatori a cuore fermo e a trapiantare gli organi provenienti da questi.



I trapianti sono livelli essenziali di assistenza, per poterli garantire nel concreto a tutti cittadini che ne hanno bisogno è necessario un incremento delle donazioni secondo il principio, espresso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’autosufficienza. “La proposta del CNT, attraverso il nuovo programma nazionale di donazione, è quella di inserire indicatori della donazione e trapianto di organi e tessuti nel sistema di valutazione che garantisce l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza per tutti i cittadini”, ha sottolineato Francesco Procaccio - area medica CNT - nel proprio intervento.
Infine, le nuove regole in materia di audit e autorizzazioni del programma trapianti si accingono a modificare la Rete trapiantologica perché “spostano l’asse di attenzione dal Centro Trapianti al programma di trapianto che presuppone un sistema titolato e organizzato per livelli crescenti di complessità e che segue il paziente da un periodo ampiamente precedente al trapianto fino al post-trapianto. In altri termini si passa dall’idea del trapianto all’idea più onnicomprensiva della cura dell’insufficienza terminale degli organi”, ha sottolineato Vito Sparacino - area medica CNT.
La seconda mattinata degli Stati Generali è stata occupata da un confronto tra i modelli delle reti regionali dei trapianti. I coordinatori regionali hanno presentato per ogni modello organizzativo risultati, punti di forza e criticità. La domanda che ha fatto da sfondo alla discussione è stata soprattutto orientata a comprendere su quali versanti va concentrato un maggiore impegno per migliorare le perfomance.
Molti i temi toccati, sia legati alle difficoltà di governance dei sistemi che agli aspetti più strettamente connessi alla comunicazione con la popolazione.
In generale, tuttavia, le problematiche emerse possono essere raggruppate per tipologie e aree regionali diverse tra loro. Molte regioni, in particolare quelle con dati di attività più bassi, hanno evidenziato al primo posto problemi di ordine organizzativo quali la scarsità del personale dedicato al coordinamento, lo scollamento tra gli obiettivi dei coordinamenti locali e il lavoro delle rianimazioni, la scarsa considerazione della donazione a livello delle direzioni ospedaliere e una mancanza di attenzione da parte dei livelli regionali.
Altre regioni, quelle dove l’attività di donazione si attesta sopra la media nazionale, hanno presentato problematiche più tecniche legando la differenza dell’attività di segnalazione e di donazione ad un diverso uso degli indicatori (per es. percentuale di segnalazione delle morti cerebrali, modalità di utilizzo delle SDO, ecc.), nonché alla previsione o meno, tra il benchmark delle strutture ospedaliere, della donazione di organi, oltre che della sola appropriatezza di trattamento del neuroleso grave.
Insieme ai coordinatori il programma degli Stati Generali ha dato voce anche ai trapiantologi e alla loro esperienza. “I centri trapianti sono protagonisti di una lenta e progressiva trasformazione. Nati come strutture pionieristiche tipicamente legate alle capacità di singoli chirurghi, i centri trapianto sono oggi strutture complesse in cui si lavora alla standardizzazione delle procedure, la certificazione della qualità dei professionisti”, ha dichiarato il Professor Umberto Cillo, direttore dell’Unità Operativa complessa di Chirurgia Epatobiliare e dei Trapianti di Fegato dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova. “Non dimentichiamo mai che la chirurgia dei trapianti continua a ispirare e essere fucina di innovazione; molte delle pratiche chirurgiche oggi routinarie sono state eseguite per la prima volta dai chirurghi dei trapianti che sono i più sollecitati per volume e complessità di compiti da svolgere, talmente tanto che il bourn-out in questa popolazione si attesta intorno al 38%. Questo dato dimostra che la chirurgia dei trapianti e i suoi professionisti hanno bisogno di cura, di attenzione e di risorse”, ha concluso Cillo.
Nella seconda e conclusiva giornata degli Stati Generali ampio spazio è stato dedicato anche alle novità in tema di trapianto di cellule staminali ematopoietiche e ai sistemi di audit di cellule e tessuti.
Gli Stati Generali della Rete trapiantologica si concludono forti di una grande partecipazione non solo numerica confermando l’importanza di momenti di incontro e condivisione di una rete che continua a crescere e a cogliere le sfide dei tempi.