La chirurgia robotica nel trapianto di rene
La scelta, pionieristica per l’Europa, del Brotzu di Cagliari, oggi all’avanguardia nei trapianti di organo






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iù di quattro anni fa, il 28 febbraio del 2013, al Brotzu di Cagliari veniva effettuato il primo trapianto di rene con tecnica interamente robotica, tecnica che da quel momento non fu più pertanto ad appannaggio esclusivo di centri internazionali di eccellenza. “Di fatto con quel primo trapianto robotico, il primo effettuato in Europa, abbiamo vinto una piccola sfida continuando il nostro cammino nell’utilizzo di tecniche chirurgiche miniivasive”, dichiara Mauro Frongia, direttore della S.C. di Urologia e Chirurgia Robotica dell’Azienda ospedaliera cagliaritana. Dopo un training del dottor Frongia e della sua equipe presso il centro dell’Illinois University diretto dal professor Enrico Benedetti, fu possibile replicare quell’intervento presso il Brotzu, dando avvio ad una serie virtuosa di trapianti di rene robotici. Fino al trapianto numero 30 effettuato con successo nel giugno scorso.



Ma tra quel primo pionieristico trapianto robotico e il numero 30 di oggi, nel 2014, l’equipe di Mauro Frongia ha avuto il primato del primo doppio trapianto di rene robotico sullo stesso paziente, descritto anche su Transplantation. Perché per garantire risultati sempre migliori e rispondere sempre più efficacemente ai bisogni di salute delle persone è necessario porsi sempre nuove sfide e nuovi obiettivi. E non è un caso che il Brotzu sia oggi all’avanguardia nei trapianti di organi continuando a mettere in pratica l’esperienza, la professionalità e la competenza acquisite negli anni, al servizio dei pazienti. “Noi guardiamo al futuro – dichiara ancora Mauro Frongia – e la chirurgia robotica è senza dubbio per numerose applicazioni la chirurgia del futuro”. Ragione per cui, l’Azienda ospedaliera cagliaritana ha investito e continua ad investire molto nella chirurgia robotica, tanto da aver avviato e quasi portato a termine il progetto di una Scuola di Chirurgia Robotica, la cui apertura è prevista per il prossimo settembre: permetterà di mettere a disposizione e trasmettere la conoscenza di una tecnica dai risultati sempre più promettenti.




Il sistema Gisto
(Gestione integrata servizio trasferimento organi)
Ma il Brotzu non è all’avanguardia solo in ambito strettamente chirurgico, si sa che - insieme all’intervento di per sé - un ulteriore aspetto particolarmente delicato della trapiantologia è quello del trasporto degli organi. Una volta prelevato, l’organo deve raggiungere in massima sicurezza i diversi Centri trapianto seguendo le linee guida e le regole stabilite dal Centro Nazionale Trapianti. Al Brotzu si utilizza il sistema Gisto ideato da un’azienda, la Avionord, specializzata in trasporti aerei, e perfettamente aderente alle linee guida del 2015 approvate in Conferenza Stato-Regioni, finalizzate alla standardizzazione di tutti i processi legati alla logistica dei trapianti: “a partire dal confezionamento dell’organo in contenitori appositamente registrati presso il Ministero della Salute come dispositivi medici, alla tracciabilità, intesa come riconoscimento univoco, con geo-localizzazione e controllo della temperatura dell’organo, in tutto il percorso dalla sala operatoria di prelievo a quella di trapianto”, dichiara il dottor Franco Deplano, coordinatore dei blocchi operatori del Brotzu. Il sistema Gisto si avvale tra l’altro di una piattaforma informatica che permette agli utenti accreditati di consultare in tempo reale i dati relativi a quel trasferimento d’organo.