10 anni del Centro Nazionale Trapianti Operativo

Massimo Cardillo

Direttore del Centro Nazionale Trapianti, Roma.

Pervenuto l’11 ottobre 2023.

Compie dieci anni il Centro Nazionale Trapianti Operativo (CNTO), la struttura del Centro Nazionale Trapianti (CNT), attiva 24 ore su 24, che si occupa dell’assegnazione degli organi e del coordinamento dei prelievi per i programmi nazionali di trapianto. Per celebrarne l’anniversario, lo scorso 28 settembre 2023 si è tenuta, presso l’aula Pocchiari dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), una celebrazione alla presenza del Ministro della Salute Orazio Schillaci, del personale del CNT, di tutti i coordinatori regionali della Rete trapianti e di molte autorità istituzionali e sanitarie, tra cui il neo-Commissario dell’ISS, Rocco Bellantone, il Presidente della Commissione Affari sociali del Senato, Francesco Zaffini, il Coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Raffaele Donini, e il Direttore generale dell’ISS, Andrea Piccioli.

La Rete trapiantologica italiana ha nel CNTO la sua anima operativa: attivo h24, il CNTO coordina le attività di prelievo e trapianto e assegna gli organi per i programmi nazionali (quali quelli per i pazienti urgenti, i bambini, i pazienti con anticorpi che li rendono di difficile trapiantabilità), il programma split-liver che consente di utilizzare un singolo organo per due pazienti, i programmi di trapianto combinato, i trapianti sperimentali e gli scambi internazionali.

Nel corso dei dieci anni di funzionamento del CNTO, l’attività della Rete trapiantologica è cresciuta sistematicamente. Nel 2012 i donatori deceduti e i conseguenti trapianti erano stati rispettivamente 1123 e 2878, nel 2022 sono saliti a 1461 e 3518: la centrale operativa coordina direttamente circa la metà dei trapianti realizzati ogni anno in Italia, supportando per l’altra metà i coordinamenti regionali, con una media di un intervento ogni 2 ore e 29 minuti, giorno e notte.

I progressi sono particolarmente evidenti nei programmi nazionali, che prima del varo del CNTO erano affidati a tre distinti coordinamenti interregionali. I trapianti in urgenza sono più che triplicati, dai 130 del 2012 ai 431 del 2022, mentre sono cresciuti ancora di più quelli nei cosiddetti “iperimmuni”, i pazienti in lista d’attesa che hanno sviluppato anticorpi contro il sistema HLA (quello che regola la risposta immunitaria) e che per questo hanno meno possibilità di trovare un donatore compatibile: siamo passati dai 15 trapiantati all’anno nel periodo 2011-2013 a una media di 59 ogni dodici mesi nell’ultimo triennio. È cresciuta anche l’efficienza della distribuzione degli organi, per soddisfare le necessità dei pazienti più complessi: oggi oltre il 20% degli organi viene trapiantato fuori dalla regione in cui è avvenuto il prelievo, il 5% in più rispetto al decennio precedente. Tutto questo richiede un’articolata attività di coordinamento, che si svolge in urgenza tutti i giorni e le notti dell’anno. Tra le funzioni detenute dal CNTO, oltre alla gestione della lista pediatrica e degli scambi di organi con i Paesi europei, c’è anche il coordinamento delle catene di trapianto di rene da donatore vivente tra coppie incompatibili: sono già oltre 80 i trapianti realizzati in questa modalità, con il coinvolgimento di 20 ospedali italiani e 4 esteri.

In questi dieci anni il CNTO ha reso più efficiente il funzionamento del sistema di donazione e trapianto, ha garantito maggiori opportunità di cura – soprattutto ai pazienti più difficili – e ha accorciato le distanze fra il Nord e il Sud del Paese, mantenendo standard elevati di vigilanza e sicurezza. Lo ha rilevato anche il Ministro Schillaci, asserendo che “accorciare le distanze, ridurre le disparità territoriali e garantire un accesso più equo alle prestazioni sanitarie sono le priorità per il nostro Servizio Sanitario e in questo senso il Centro Nazionale Trapianti Operativo e tutta la Rete nazionale trapianti costituiscono senza dubbio un esempio virtuoso da valorizzare”.

Il Ministro si è soffermato anche sul tema delle elevate percentuali di opposizioni alla donazione: “Un trapianto non dipende soltanto dalle capacità tecnico-scientifiche e dai livelli organizzativi della Rete sanitaria: a questi fattori si deve unire la disponibilità di un organo liberamente donato da qualcuno al momento della morte. Negli ultimi 10 anni – ha rimarcato Schillaci – è rimasta sostanzialmente invariata la percentuale relativa alle opposizioni al prelievo degli organi, una volontà negativa espressa stabilmente ogni anno da circa un terzo dei cittadini interpellati. Dobbiamo rafforzare le iniziative di comunicazione e sensibilizzazione per diffondere la cultura del dono”. La donazione – ha concluso Schillaci – è un gesto di civiltà che non costa nulla e che ogni anno salva la vita di quasi 4mila persone. Potrebbero essere molte di più, se in numero sempre maggiore dicessimo di sì. È questo il messaggio chiave che anche oggi, in occasione di questo decennale, vogliamo veicolare e che sono certo ci vedrà tutti fortemente impegnati”.

Sulla stessa lunghezza d’onda del Ministro Schillaci si è trovato il neo-Commissario straordinario dell’ISS, Rocco Bellantone: “Grazie ai trapianti salviamo vite. Il trapianto è l’emblema massimo della carità e dell’amore verso la persona”.

L’impegno dell’ISS a sostegno del CNT è stato ribadito anche dal Direttore generale dell’Istituto Andrea Piccioli, che per statuto riveste anche il ruolo di Presidente del CNT.

Importante è stata la sottolineatura di Raffaele Donini, Coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e Assessore alle Politiche della Salute dell’Emilia Romagna: “Il Centro Nazionale Trapianti ha un’importanza strategica a supporto dei Centri regionali trapianti nel mantenere uniformità e omogeneità rispetto alla sicurezza dei processi, agli standard qualitativi e all’innovazione di sistema”.

Tra i contributi delle autorità anche quello di Franco Zaffini, Presidente della Commissione Affari sociali e Sanità del Senato, che ha sottolineato l’eccellenza della Rete trapianti e del Sistema Sanitario Nazionale tutto in termini di sicurezza, efficienza e standard elevati di vigilanza.

Sulla scia di quanto fatto sino ad oggi, ci attende un impegnativo futuro di sfide che, sono certo, una Rete solida come quella trapiantologica e abituata a lavorare insieme potrà affrontare. Il mio personale impegno e quello di tutto il CNT è quello di continuare a lavorare insieme a tutte le Istituzioni che fanno parte della Rete, la Consulta nazionale trapianti, le Regioni, il Ministero della Salute, le Società scientifiche e le Associazioni di settore.

La prima sfida che avremo davanti è quella della Certificazione di qualità del sistema trapianti. Il percorso che ha affrontato il CNT e che lo ha portato all’ottenimento della certificazione di qualità è stato il frutto di un lavoro durato tre anni, che ci ha visto riconsiderare in modo analitico l’organizzazione del lavoro e le procedure, in modo da ottimizzare i processi, migliorarne il tracciamento, e ridurre al minimo il rischio di errori ed eventi avversi, elevando l’asticella della qualità e sicurezza. Il mio personale auspicio è che entro i prossimi 5 anni questa certificazione possa essere estesa a tutta la rete, data la forte interdipendenza dei processi che dalla disponibilità di un organo portano alla realizzazione del trapianto.

Una seconda sfida molto importante da accogliere riguarda il miglioramento della tecnologia a disposizione della Rete, ad esempio attraverso l’acquisizione di sistemi di trasmissione a distanza di immagini radiologiche ed anatomo-patologiche: in un sistema nel quale la condivisione delle decisioni è vitale, l’adozione di questo tipo di tecnologia potrà determinare un ulteriore salto verso una maggiore qualità e sicurezza delle prestazioni. Questi avanzamenti renderanno necessario l’accesso a maggiori risorse, e tutti ci auguriamo che il Governo e le Regioni facciano proprio questo bisogno, razionalizzando le spese e canalizzandole laddove l’efficacia dei risultati è meglio documentata.

Un punto nodale, sul quale il CNT e i professionisti della Rete hanno già tanto lavorato in questi ultimi anni, è la definizione di un riassetto organizzativo della Rete trapiantologica, che passa dalla revisione della Legge 1 aprile 1999 n. 91. Molto è cambiato da quando questa importante legge, che ha fortemente contribuito alla crescita del sistema trapianti, è stata promulgata, e i tempi sono maturi per una sua revisione: questo consentirebbe di definire meglio alcuni temi che in essa sono solo sfiorati, e che oggi richiedono indicazioni normative più precise. Il mio augurio è che il percorso, già concordato all’interno della Rete e condiviso con il Ministero, possa riprendere e giungere alla fase finale in Parlamento.







Un ultimo ma non meno importante punto è l’aspetto della ricerca. Il CNT ha, tra i suoi compiti, quello di accompagnare lo sviluppo delle attività di ricerca della Rete, attraverso l’autorizzazione dei programmi sperimentali di trapianto e la costante analisi della grande mole di dati che vengono raccolti nel Sistema Informativo dei Trapianti per il monitoraggio dell’attività. Il Comitato Scientifico del CNT valuta e valida un gran numero di studi e analisi che contribuiscono a migliorare la qualità dei risultati dei trapianti. Tanti poi sono i temi che un tempo erano il futuro ma che oggi stanno diventando attuali: le terapie cellulari avanzate, lo sviluppo di organi artificiali, come ad esempio gli avanzati sistemi di assistenza ventricolare meccanica, che sono in grado di supportare la funzione cardiaca anche per tempi molto lunghi, rappresentando in alcuni casi efficace “ponte” per arrivare al trapianto. E ancora, i primi casi efficaci di trapianto con organi animali (xenotrapianto), che dimostrano come questa frontiera, oggi ancora sperimentale, possa diventare realtà terapeutica in un futuro sempre più prossimo.

Tanto da fare, dunque, per il futuro. Nell’immediato dobbiamo continuare sulla strada della crescita dei volumi dell’attività di trapianto e contemporaneamente su quella dei livelli di qualità delle cure e dell’organizzazione: con questo obiettivo, il CNT ha recentemente ottenuto la certificazione del sistema gestione qualità ISO-9001, un’ulteriore garanzia per tutti i nostri pazienti trapiantati e per gli 8mila ancora in lista d’attesa nel nostro Paese.