Un quinquennio di nuove sfide per la rete:
punti nodali e programmazione del futuro

Giuseppe Feltrin

Direttore del Centro Nazionale Trapianti, Roma

Pervenuto il 17 giugno 2024

Nel prossimo futuro il Centro Nazionale Trapianti (CNT) sarà chiamato a coordinare la Rete trapiantologica italiana in un momento sfidante per tutto il Servizio sanitario nazionale: è in atto un grande sforzo per rimettere la salute al centro delle politiche pubbliche.

Il CNT dovrà fare la sua parte al servizio dei numerosi pazienti in attesa di un trapianto di organi, cellule o tessuti; opererà per accrescere il suo ruolo di snodo centrale della rete trapiantologica nazionale in sinergia con tutte le Istituzioni: Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Regioni e Province autonome.

In questo impegno teso al costante miglioramento, il Centro rafforzerà la vocazione di attento interlocutore di tutte le professioniste e i professionisti della donazione e del trapianto: il loro costante impegno e le loro competenze sono alla base dei risultati fino a qui raggiunti.

Molteplici sono le nuove sfide da affrontare e che coglierò con entusiasmo: tra queste, sarà prioritario incrementare ulteriormente e uniformemente su tutto il territorio nazionale le donazioni di organi, cellule e tessuti e promuovere la ricerca scientifica sul trapianto.

Questo vuol dire sicuramente potenziare le performance delle Regioni che hanno già una buona attività di donazione e trapianto, ma soprattutto significa lavorare in quelle realtà dove ci sono ancora ampi margini di miglioramento con l’obiettivo primario che rimane sempre quello di riuscire a trapiantare il maggior numero di pazienti in lista d’attesa. Una delle azioni che intendo mettere in campo si articolerà in tre step: selezionare e raccogliere le best practice sul territorio nazionale, istituire una task force itinerante che possa osservare e ascoltare gli operatori nelle proprie realtà, definire delle proposte “tailored” per ciascuna realtà tese a generare flussi nuovi di conoscenza e trasferire know how.

L’auspicio è di avere il giusto endorsement e il giusto commitment da parte di tutti: Regioni, Aziende e professionisti della donazione e del trapianto. La mia esperienza mi insegna che molto spesso gli operatori hanno solo bisogno di essere messi nelle condizioni di poter lavorare meglio per raggiungere grandi risultati. Non dimentichiamo che la motivazione del professionista è un driver fondamentale, e le Regioni dove le attività trapiantologiche stanno crescendo trascinano con sé anche le donazioni. Sono esempi che dobbiamo assolutamente sostenere e proteggere. È mia intenzione andare a conoscere le realtà aziendali e confrontarmi con i professionisti e con tutte le istituzioni regionali del nostro Paese per puntare una maggiore omogeneità sull’attività di donazione e trapianto sul territorio nazionale e, con il tempo, provare anche ad invertire i trend di flusso extra-regione.

Il CNT, che da marzo ho l’onore di dirigere, collabora e si colloca a pieno titolo all’interno dell’Istituto Superiore di Sanità la cui mission è la ricerca: continueremo a promuovere e sostenere la ricerca attraverso una serie di progetti nazionali e internazionali. Tengo molto ad aumentare l’accreditamento scientifico del CNT in Europa e non solo: l’Italia ha già una grande visibilità a livello internazionale avendo negli anni più volte contribuito alla realizzazione di modelli di gestione di Reti complesse di cura, regolamenti, direttive; vorrei che, su questa scia, lavorassimo per raggiungere una posizione di leadership anche per quanto riguarda l’area scientifica.

Nel breve periodo uno degli obiettivi primari che mi sono posto è quello di potenziare l’attività di donazione a cuore fermo. Lo scorso anno ha contato per circa il 9-10% di tutta l’attività di donazione realizzata. Le best practice internazionali ci insegnano che potremmo arrivare fino al 20-25%. C’è quindi una grande opportunità di sviluppo che deriva da un lato dall’incrementare l’attività già in essere e dall’altro dal cercare di aprire nuovi Centri di donazione che lavorino sulla donazione a cuore fermo.

In tutto questo, resta sostanziale riuscire ad avere dei cittadini che, in vita, dichiarino la propria volontà in tema di donazione di organi, tessuti e cellule. Sono convinto che il consenso alla donazione sia strettamente proporzionale alla qualità dell’informazione: ad oggi sono state raccolti circa 19 milioni di dichiarazioni di volontà alla donazione. C’è poi un 30% di opposizioni, che sono “fisiologiche”, ma soprattutto c’è quasi un 40% di persone che non si esprime. Questo il nostro compito per il futuro: cercare di comprendere le ragioni di questa indecisione e offrire ai cittadini informazioni dettagliate e risposte alle loro domande. Questa è da sempre la vocazione della comunicazione del CNT e, oggi, stiamo lavorando, anche in collaborazione con ANCI, per raggiungere il più capillarmente possibile quanti non hanno ancora deciso in uno dei punti chiave in cui si può dichiarare la propria volontà: gli uffici anagrafe. Da quest’anno circa 31 milioni di cittadini quando andranno a fare o a rinnovare la carta d’identità troveranno dei punti informativi presso gli uffici anagrafe che, ci auspichiamo, possano aiutare ad una scelta libera e consapevole.

Per raggiungere questo obiettivo sarà importante il supporto delle associazioni di donatori e di pazienti che, insieme alle istituzioni, sono un elemento fondante della Rete trapiantologica italiana. Auspico, dunque, nei prossimi anni un consolidamento delle collaborazioni che siano da stimolo per migliorare la cura verso i pazienti e da propulsore per aumentare la cultura della donazione nel nostro Paese.

Indirizzo per la corrispondenza:
Giuseppe Feltrin
E-mail: giuseppe.feltrin@iss.it
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