Il 2024 della Rete trapiantologica: Stati Generali e dati del 2023, i migliori di sempre

Massimo Cardillo

Direttore del Centro Nazionale Trapianti, Roma

Pervenuto il 12 febbraio 2024

Il nuovo anno della Rete trapianti si è aperto con i lavori degli Stati Generali della Rete trapiantologica italiana. Dal 24 al 26 gennaio 2024 a Roma, presso l’Auditorium Antonianum, si sono riuniti oltre 400 professionisti provenienti dai coordinamenti ospedalieri di prelievo degli organi e dai centri di trapianto di tutta Italia. L’appuntamento, giunto all’ottava edizione, vuole contribuire a gettare le basi future del sistema di donazione e trapianto del Servizio sanitario nazionale partendo da quanto è stato realizzato negli ultimi anni.

La giornata di apertura degli Stati Generali, il 24 gennaio scorso, ha avuto il suo momento iniziale nella cerimonia di apertura alla presenza del Ministro della Salute Orazio Schillaci, del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Rocco Bellantone, del Direttore generale ISS Andrea Piccioli e del Direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute Francesco Vaia. Nell’occasione sono stati annunciati e commentati i dati del 2023, pubblicati per l’occasione, relativi alla donazione e ai trapianti.

Nell’anno appena concluso l’attività della Rete ha segnato in tutti gli indicatori le migliori performance mai realizzate nella storia del nostro Paese. Per la prima volta le donazioni hanno superato quota duemila, attestandosi a 2.042 (+11,6%), mentre i trapianti hanno ampiamente oltrepassato i quattromila interventi in un anno: nel 2023 sono stati realizzati 4.462 trapianti di organi, 586 in più rispetto al 2022 (+15,1%).

L’aumento dei prelievi ha portato il tasso nazionale di donazione a quota 28,2 donatori per milione di persone (pmp), molto oltre il massimo storico di 24,6 registrato nel 2022. Con questo risultato l’Italia ha staccato la Francia e si colloca al secondo posto tra i maggiori Paesi europei per numero di donatori, dietro la Spagna. A sostenere la performance sono soprattutto i risultati di tre Regioni: l’Emilia Romagna con 51,1 donatori pmp (+4,7), il Veneto con 46,4 (+10,1) e la Toscana con 45,6 donatori pmp (ma in calo, -3,7). Restano purtroppo indietro alcune Regioni del Centro-Sud.

Per quanto riguarda i trapianti, la crescita degli interventi ha riguardato tutte le specialità: nel 2023 sono stati realizzati 2.245 trapianti di rene (+10,4%), 1.696 di fegato (+14,7%), 186 di polmone (+33,8%), 40 di pancreas (+5,3%), ma soprattutto ben 370 trapianti di cuore rispetto ai 253 dell’anno scorso (+46,2%). Inoltre, si conferma ancora il costante miglioramento degli esiti degli interventi.

La crescita dei volumi ha riguardato anche l’attività dei tessuti (14.912 donazioni +21% e 24.949 trapianti +16,7%) e quella delle cellule staminali emopoietiche (399 donazioni +21,3% e 1.023 trapianti +6,5%).

Un risultato così eclatante è stato di fatto possibile grazie a due fattori di crescita fortemente coltivati in questi ultimi anni dal Centro Nazionale Trapianti (CNT).

Il primo è il consistente aumento delle segnalazioni di potenziali donatori nelle terapie intensive delle oltre 200 sedi di prelievo attive sul territorio nazionale. Nel 2023 i donatori segnalati sono stati 3.082, il 15,8% in più rispetto ai 2.661 dell’anno precedente. La crescita delle segnalazioni è stata stimolata dall’impegno delle Regioni nell’applicazione delle misure contenute nel Piano Nazionale delle Donazioni, realizzato e promosso dal CNT. L’applicazione delle indicazioni contenute in questo importante documento, approvato in Conferenza Stato-Regioni nel dicembre 2017, sta restituendo un sistema donativo più organizzato ed efficiente, in grado di alimentare l’attività di trapianto e rispondere alle necessità di una lista d’attesa che, pur riducendosi, include ancora circa 8mila pazienti. Naturalmente alla base di questo successo c’è soprattutto l’impegno degli operatori delle terapie intensive e dei coordinamenti della donazione, che operano con grande dedizione e competenza. Questo lavoro è stato sostenuto anche da un significativo aumento dell’attività nazionale di formazione dei professionisti della Rete: tra i corsi in presenza (quasi raddoppiati) e la formazione a distanza, nel 2023 sono stati coinvolti circa 14mila operatori.

Il secondo fattore di crescita dei volumi di attività è stato certamente il forte investimento del CNT sul programma di donazione dopo accertamento di morte con criteri cardiaci, la cosiddetta “donazione a cuore fermo” (donation after cardiac death, DCD). I trapianti derivati da questo tipo di donatori sono aumentati esponenzialmente: siamo passati dai 100 del 2018 ai 221 del 2022 per arrivare nel 2023 a ben 438 trapianti grazie agli organi prelevati da DCD. A partire dal maggio scorso è partito il programma di prelievo DCD anche del cuore, un’attività finora presente solo in Gran Bretagna e Spagna dove però (come nel resto del mondo) il tempo di asistolia necessario per constatare il decesso è di 5 minuti contro i 20 previsti dalla normativa italiana. Ben 6 centri a livello nazionale hanno realizzato finora 13 prelievi e trapianti di cuore DCD. L’utilizzo con successo di organi cardiaci che complessivamente affrontano anche oltre 40 minuti di “ischemia calda” è al momento un primato di livello mondiale. Un risultato così significativo è dovuto alle aumentate capacità dei professionisti nell’utilizzo delle tecnologie di perfusione degli organi (un settore che sta vivendo un importante sviluppo) e al lavoro di formazione e organizzazione portato avanti sul territorio per strutturare equipe sanitarie in grado di gestire efficientemente questo tipo di prelievi ad elevata complessità.

Ci sono, tuttavia, degli indicatori rimasti invariati e sono quelli relativi ai tassi di opposizione al prelievo. Nelle rianimazioni la percentuale di chi rifiuta la donazione è leggermente salita (30,5%, +0,7%) soprattutto per la sempre maggiore incidenza di chi ha già registrato il proprio no in vita: nel 2023, in occasione dei rinnovi delle carte d’identità elettroniche (CIE), sono stati raccolti 2,4 milioni di consensi (68,5%) ma anche ben 1,1 milioni di rifiuti (31,5%). Considerando l’attuale presenza nel Sistema informativo trapianti di oltre 18 milioni di dichiarazioni registrate, è prevedibile che a breve la maggior parte delle donazioni segnalate nelle rianimazioni avranno alle spalle un consenso e un’opposizione già raccolti e quindi non più ottenibili dai sanitari. Quello delle opposizioni rese in vita rimane un nodo sostanziale e un punto su cui il Centro nazionale trapianti e tutta la rete deve lavorare molto nei prossimi anni. Nel 2024 è attesa un’importante novità, quella dell’attivazione del portale digitale della CIE che permetterà ai cittadini di registrare la propria dichiarazione direttamente da casa e non solo negli uffici anagrafe: un’occasione irrinunciabile per rafforzare il messaggio in favore della donazione a tutti i cittadini italiani.

Anche quest’anno la tre giorni degli Stati Generali è stata caratterizzata da una grande trasversalità dei temi trattati e da un taglio delle presentazioni e delle relative discussioni che non ha trascurato gli aspetti più operativi. Particolarmente partecipata sotto questo punto visto è stata la sessione dedicata all’analisi dei casi clinici sull’idoneità degli organi, durante la quale sono stati presentati risultati molto significativi in merito a trapianti in situazioni complesse e con organi selezionati con criteri particolarmente estesi. Di grande interesse anche la sessione che ha riguardato l’analisi dei percorsi di accesso dei pazienti con insufficienza d’organo terminale al trapianto, che ha consentito anche di fare il punto delle relazioni tra ospedali hub e strutture sanitarie di secondo livello nel territorio; è emerso con molta chiarezza che una precoce identificazione del paziente ed un migliore collegamento tra queste strutture consentono di realizzare percorsi di cura più efficaci, ma oggi anche da questo punto di vista la situazione nazionale non è omogenea, come peraltro è stato illustrato nella sessione dedicata al reperimento dei donatori nelle Regioni.

Molto spazio è stato dedicato alle attività di comunicazione nella Rete, con la presentazione dei progetti di realizzazione del “Manuale della donazione e del trapianto”, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, e quello del CNT del progetto di comunicazione a chi comunica. Sono anche state presentate le iniziative di comunicazione “social” del CNT e quelle di comunicazione nel contesto multiculturale. Nel corso delle presentazioni, è stato sottolineato l’importante ruolo svolto dalle associazioni di volontariato nell’accompagnare la realizzazione di questi progetti con iniziative nei territori, sempre mirate ad abbattere gli attuali tassi di opposizione al dono.

La seconda giornata si è aperta con la presentazione dei risultati del programma di trapianto di cuore da donatore con accertamento cardiocircolatorio di morte, un traguardo che sembrava impossibile, e che invece nel 2023 è diventato una realtà clinica che in futuro potrà migliorare in modo sensibile il fabbisogno di trapianto di cuore nei pazienti in attesa.

La trasversalità del programma si è poi confermata nell’ampio spazio dedicato al reperimento ed al trapianto di tessuti, a quello di cellule staminali emopoietiche, alle nuove frontiere che si aprono nell’utilizzo delle CAR-T nella desensibilizzazione dei pazienti iper-immunizzati in attesa di trapianto di rene, ed al futuro del coordinamento operativo della rete, nella prospettiva del miglioramento continuo in un percorso di certificazione di qualità e di sicurezza.

Durante la giornata finale sono stati trattati gli importanti temi dell’utilizzo e condivisione dei dati per fini di ricerca scientifica, i percorsi di certificazione di qualità dei centri ed infine la formazione dei professionisti della rete: in particolare, per il primo punto è emersa la necessità di conciliare il rispetto delle regole europee per la riservatezza dei dati ed il bisogno di utilizzare i dati raccolti per migliorare la conoscenza scientifica, proprio a beneficio ultimo dei pazienti; in merito al terzo punto, è stato enfatizzato quanto sia strategico per il CNT e per la rete continuare ad investire sempre di più nella formazione, vero e proprio strumento di crescita del sistema in grado di consolidare e migliorare i risultati finora ottenuti. In questo contesto è stato presentato il nuovo progetto pilota di formazione del CNT in collaborazione con le scuole di specialità di quattro atenei, rivolto ai medici specializzandi in anestesia e rianimazione.

In conclusione, l’ottava edizione degli Stati Generali della Rete trapianti hanno consentito un confronto molto fattivo tra i tanti professionisti che lavorano nel settore della donazione e del trapianto di organi, tessuti e cellule. Sono stati rimarcati i grandi risultati ottenuti ma lo sguardo è stato rivolto al futuro per rispondere alle domande chiave che questa attività pone, cioè come rispondere meglio alle necessità dei pazienti in lista, migliorando la disponibilità di organi, realizzando percorsi sempre più sicuri ed efficaci per i pazienti e garantendo una durata del trapianto sempre più lunga, al fine di dare ai pazienti con insufficienza d’organo una speranza di vita ed una qualità di vita sempre migliori.

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